Le lavorazioni hanno essenzialmente un’influenza positiva sulle caratteristiche del terreno, in particolare sulla sua struttura, ma comportano contemporaneamente alcuni svantaggi: i continui passaggi dell’agricoltore, resi inevitabili dalle lavorazioni stesse, schiacciano il terreno e lo compattano in modo eccessivo. Vediamo ora come evitare questi inconvenienti.
La vangatura lascia il terreno in condizioni di notevole disomogeneità, che non sono adatte alla semina. Questa operazione, infatti, da lungo alla formazione di zolle di dimensioni elevate cosicché la superficie del suolo risulta molto irregolare.
La semina richiede invece una superficie di terreno molto regolare, senza buche ne rilievi, in modo tale da costituire l’ambiente ottimale per la germinazione dei semi e per la crescita dell’apparato radicale delle giovani piantine.
Nella sequenza tradizionale delle lavorazioni, perciò, dopo la vangatura, bisogna eseguire altre operazioni allo scopo di preparare il letto di semina. Gli interventi da eseguire hanno soprattutto 2 scopi:
- ridurre le dimensioni delle zolle;
- regolarizzare la superficie del suolo.
Tali operazioni vengono tradizionalmente definite lavori complementari in quanto in un certo senso, fanno da completamento alla vangatura. Rientrano in questa categoria tutti i lavori che si compiono successivamente al lavoro di preparazione principale, cioè la vangatura, ma prima della semina.
Noi prenderemo in considerazione i principali, che varranno trattati in modo sintetico, descrivendone l’importanza agronomica e gli scopi per i quali vengono eseguiti.
L’estirpatura
L’estirpatura viene eseguita con strumenti discissori, cioè che rompono il terreno, come il coltivatore a una punga, che solitamente ha la forma di una piccola vanga con i bordi taglienti. Si tratta di un lavoro che richiede abbastanza energia e che viene solitamente eseguito in una fase immediatamente successiva alla vangatura.
Il fine principale di questa lavorazione è portare in superficie le radici e gli organi di propagazione sotterranei (tuberi, rizomi, stoloni) delle erbe infestanti, in modo tale da esporli al sole che li dissecca.
Un effetto secondario della lavorazione è la disgregazione parziale delle zolle.
L’estirpatura può essere svolta anche alla fine dell’inverno per distruggere le infestanti che nel frattempo si sono sviluppate. In pratica, consiste nel piantare l’attrezzo in profondità nel terreno, e nel tirare con forza verso l’alto, per strappare le radici delle erbe infestanti.
Questa operazione da sola non è però sufficiente per ottenere un buon letto di semina, pertanto è necessario corredarla di altre lavorazioni complementari.
La zappatura
Questa lavorazione, che si esegue anche dopo la semina, con attrezzi più piccoli – le zappette o i sarchiatoi – e con scopi diversi, è importante anche ai fini della preparazione del letto di semina.
La zappatura, se effettuata al momento opportuno, cioè con il terreno in condizioni di tempera, oltre a svolgere un’efficace azione di sminuzzamento delle zolle, permette infatti di ottenere un buon letto di semina. Ciò consente, nei terreni non troppo compatti e facili da lavorare come quelli di medio impasto, di risparmiare tempo nell’esecuzione dei lavori di preparazione in quanto, con una sola operazione, dopo la zappatura, il terreno è già pronto per la semina.
Diversamente, nei terreni ricchi di argilla, che tendono facilmente a compattarsi e sono più pesanti da lavorare, la zappatura da sola non è mai sufficiente a preparare adeguatamente il letto di semina, ma va completata con altri lavori di sminuzzamento, sia pure più leggeri, come per esempio la rastrellatura.
La zappa va affondata con forza e in profondità nel suolo; poi, per smuovere la terra, occorre tirare l’attrezzo verso di sé. In coltivatore a 4-5 denti, che deve essere affondato nel terreno, muovendolo avanti e indietro per frantumare le zolle.
La disgregazione attuata dagli organi lavoranti delle zappe é più efficace di quella dei coltivatori; da questo punto di vista, entrambi i lavori sono comunque migliori, della rastrellatura.
La rastrellatura
La rastrellatura è un lavoro discissore che viene eseguito, solitamente in più riprese ( 2-3 a seconda della compattezza del suolo) e in direzioni ortogonali, cioè ad angolo retto, allo scopo di pareggiare la superficie del suolo.
Il rastrello ha una certa efficacia anche nello sminuzzare le zolle, purché siano già state parzialmente disgregate grazie ad altre lavorazioni.
Il lavoro del rastrello è infatti più superficiale di quello della zappa o del coltivatore benché l’attrezzo è in grado di disgregare solo le zolle più piccole.
Tale lavorazione costituisce normalmente l’ultimo intervento che si esegue prima della semina, poiché, se ben eseguito, lascia solitamente il terreno perfettamente sminuzzato e pareggiato.
Per ottenere dei risultati ottimali è necessario eseguire la rastrellatura in epoca adatta e quando il suolo si avvicina allo stato di tempera.
La rastrellatura può essere effettuata anche per altri scopi, oltre a quelli indicati, per esempio per interrare i concimi distribuiti prima della semina.
Il rastrello può essere inoltre utilizzato anche per compattare leggermente il terreno, battendolo sulla superficie con la parte opposta ai denti, oppure per asportare l’erba e le foglie secche: in questo caso è più idoneo il rastrello a scopa.
La rullatura
La rullatura può essere eseguita sia prima, sia dopo la semina.
Quando viene eseguita prima della semina come lavoro di preparazione complementare, ha lo scopo principale di pareggiare il suolo e di comprimerlo leggermente, determinando un suo maggiore assestamento. In questo modo si riduce l’evaporazione, e quindi, le perdite di acqua da parte del terreno. Inoltre, si ottiene una leggera compattazione della superficie del terreno, il che favorisce una migliore adesione delle particelle del suolo ai semi e alle radici delle piantine che verranno successivamente seminate.
Si tratta di un aspetto particolarmente importante per le specie che soffrono molto la siccità e la cui germinazione è piuttosto lunga, come il Melone, la Carota e il Sedano.
La rullatura prima della semina si esegue normalmente con un rullo liscio, costituito da cilindri cavi lisci di vario materiale (legno, ghisa, cemento, ecc.), la cui pesantezza può essere regolata immettendo quantità variabili di acqua o sabbia nella cavita interna.
Quando preparare il letto di semina
L’epoca ottimale in cui eseguire i lavori di preparazione del letto di semina (dalla zappatura alla rullatura) dipende dalle specie che si vogliono coltivare. Semplificando, si possono individuare 2 eventualità.
Se tra la vangatura e la semina intercorre un considerevole lasso di tempo, come avviene per le colture che si seminano in Primavera o all’inizio dell’Estate – il Fagiolo, la Lattuga e altre insalate (per le quali la vangatura viene solitamente eseguita in autunno o alla fine dell’estate) – è consigliabile rimandare i lavori di preparazione del letto di semina alla fine dell’inverno o all’inizio della primavera.
In questo modo si sfrutta adeguatamente l’azione di parziale frantumazione delle zolle degli agenti naturali, e in particolare quella dell’alternanza tra gelo e disgelo. L’acqua, infatti, durante l’autunno penetra nei pori del suolo, che sono diventati più numerosi grazie al precedente lavoro di vangatura. Durante l’inverno gela, aumentando di volume e tende cosi a rompere le zolle. In questo modo, al successivo disgelo primaverile il terreno si presenerà già parzialmente sminuzzato e pertanto, per preparare il letto di semina, sarà necessario un numero ridotto di lavori complementari.
Se invece la semina viene effettuata a breve distanza dalla vangatura, come nel caso delle colture che si seminano in Autunno o all’inizio dell’Inverno – Aglio, Spinacio, Finocchio – è preferibile eseguire l’estirpatura subito dopo il lavoro principale, per evitare che le zolle si induriscano in seguito all’essiccazione e le operazioni di lavorazione diventino cosi faticose e meno efficaci.
Conclusioni
ATTENZIONE A... |
---|
Si deve evitare di eseguire la zappatura nei terreni sciolti, cioè quelli ricchi di sabbia: questi infatti presentano una scarsa compattezza tra le particelle che li compongono e quindi, eseguendo un lavoro energico come la zappatura, si otterrebbe un’eccessiva polverizzazione degli strati più superficiali del suolo. |
CITAZIONI |
---|
Prima di immettere il seme nel terreno è opportuno ridurre le dimensioni delle zolle e regolarizzare la superficie del suolo. |
La rastrellatura va eseguita in più riprese e in direzioni ortagonali allo scopo di pareggiare la superficie del suolo. |
Il rastrello può essere adoperato anche per compattare leggermente il terreno, battendolo sulla superficie con la parte opposta ai denti. |
Se tra vangatura e semina intercorre molto tempo è bene effettuare la zappatura e la rullatura alla fine dell’inverno o all’inizio della primavera. |
DA NON FARE |
---|
Nel terreni argillosi e nei terreni di medio impasto, cioè a composizione equilibrata, quando sono troppo umidi l’estirpatura è assolutamente da evitare in quanto distruggerebbe la struttura. |
DA RICORDARE |
---|
Non si deve eseguire la rullatura nei terreni molto ricchi di argilla, che tendono facilmente a compattarsi, perché la compressione e il perfetto pareggiamento della superficie del terreno da essa provocata possono favorire la formazione di una crosta impermeabile superficiale, che ostacola la penetrazione e l’arieggiamento delle radici. La rullatura può essere effettuata al meglio nei terreni ricchi di sabbia, cioè sciolti, dove la superficie, in seguito all’esecuzione dei diversi lavori di preparazione, si presenta estremamente soffice e priva di coesione, e necessita pertanto di una compattazione. |
Testo Copyright © mauro.shop Ogni sua riproduzione è vietata, tutti i diritti sono riservati.